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@copyright 2023 - Az. Agricola Davide Calgaro P.IVA 02084760038

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L'Alto Piemonte

 

L'Alto Piemonte è il territorio della regione compreso tra le provincie di Biella, Vercelli, Novara e Verbano-Cusio-Ossola.

Geograficamente parlando il territorio è incastonato fra la pianura padana, come confine meridionale, e le alpi pennine e Lepontine, come confine settentrionale delimitato ad est dal Lago Maggiore e ad ovest dal massiccio del Monte Rosa.

Enologicamente parlando ci troviamo a circa 120 km a nord-est dalle Langhe.

 

Fin dai tempi degli antichi Romani, l’Alto Piemonte è stato un territorio molto vocato per la viticoltura. Dall’epoca Medioevale in avanti troviamo numerose testimoniane della fama dei vini delle colline novaresi, che venivano esportati il Lombardia, Francia e Svizzera.

Prima della fine dell’ottocento era un importante regione d’Italia per la produzione del Nebbiolo, 40.000 ettari, i vigneti si estendevano a perdita d’occhio, ogni colle era rivestito di vigne, ma a fine del 1800 l’area è stata decimata dalla filossera,  a peggiorare le cose l’Alto Piemonte è stato praticamente abbandonato dopo la seconda guerra mondiale per occuparsi nella fiorente manifattura tessile e metalmeccanica che ha portato un esodo di massa dalle campagne.

Dopo la fine della guerra gli ex 40.000 ettari di vigneti erano ridotti a meno di 600 ettari.

 

Qui, un secolo fa, ai piedi del Monte Rosa c’erano più ettari vitati di quanti ce ne siano oggi in tutto il Piemonte.

 

Negli ultimi due decenni l’Alto Piemonte ha vissuto una rinascita, i giovani di queste zone stanno tornando a coltivare le vigne con entusiasmo e nuovi progetti.

 

L’elemento comune di questi territori è sicuramente l’uso del vitigno Nebbiolo presente, anche se in percentuali diverse in tutte le DOC e DOCG della zona.

Localmente chiamato Spanna, si differenzia dai biotipi Lampia e Michet più diffusi invece nelle Langhe. Vitigno complesso, di difficile adattabilità, può regalare però, nelle condizioni migliori, vini con una notevole propensione all'invecchiamento e di ottima complessità aromatica. Il suo ciclo vegetativo è tra i più lunghi che si conoscano, partendo da una fioritura e da un germogliamento precoci, rispettivamente ad inizio aprile e ad inizio giugno, e caratterizzandosi per una vendemmia in genere tardiva, localmente molto tardiva (in Valtellina non è infrequente la raccolta novembrina). Nelle varie DOC e DOCG della zona, il nebbiolo viene "tagliato" con uva rara e croatina, ma soprattutto vespolina che dona colore e morbidezza al nebbiolo.

 

I vigneti incastonati in un contesto geologico unico godono di un clima privilegiato, protetto dai ghiacci in inverno e rinfrescato dai venti di montagna in estate, favorendo lo sviluppo dei profili aromatici dei vini. Non da ultimo, il vitigno Nebbiolo contribuisce a enfatizzare la varietà del territorio, perché è un fedele riproduttore delle caratteristiche della zona che lo ospita e del microclima in cui cresce.

 

Le esposizioni soleggiate, il clima fresco ma temperato e le notevoli escursioni termiche, garantiscono la produzione di uve di grande qualità. I terreni sono poveri costituiti da suoli ricchi di scheletro, con poca terra, sabbie e ghiaie generate dal disfacimento di rocce di porfido rosa, che poggiano su un substrato di porfidi e graniti, generato da antiche eruzioni vulcaniche. Il terreno ha un acidità elevatissima e una grandissima presenza di minerali, tra cui il potassio, il ferro e il manganese, il PH medio di questi terreni è 4,4.

 

La zona si trova, infatti, in prossimità dell’enorme caldera dell’antichissimo supervulcano fossile del Sesia.

 

Sono terre povere e con ph acido, che possiedono una grande varietà di minerali, utilissimi al sostentamento della vite.

 

Le colline che si sviluppano da nord a sud , hanno terreni con rocce e detriti di diversa natura e composizione, con uno stato superficiale di argille, caolini e tufi. Più compatti e profondi sull’Altopiano più sciolti e ciottolosi lungo il versante occidentale. Sono terreni ricchi di sali minerali disciolti, che assorbiti dalle terminazioni radicali della vite aggiungono sapidità all’uva.

 

 

 

In una di queste morene sorgono Suno e Mezzomerico.


Suno è un antico centro di origine preromana. Posto lungo la via Settimia, poi Francigena, vide il nascere di una basilica pievana dedicata a S. Genesio di Arles in epoca medioevale. Oggi è un tranquillo borgo adagiato fra le colline novaresi rinomato per i suoi vini preziosi.

I terreni sono di origine glaciale e costituiti da sedimenti fluvio-alluvionali ricchi d’argilla e sabbia rossa, molto acidi, che dona ai vini una inconfondibile sapidità


Sulle pendici delle prime colline novaresi, tra verdi prati e campi ubertosi, tra boschi e vigne, sorge il paese di Mezzomerico, a 4 chilometri da Oleggio, a 23 da Novara ed a mt. 265 sul livello del mare. L'occhio vi spazia dal Rosa al Resegone, riposando sull'immensa pianura che sembra dormire in un silenzio solenne. II canto degli uccelli e il suono maestoso delle campane sono la musica di una natura tanto semplice e suggestiva. Una suggestiva ipotesi lega gli scritti di Cesare, Plinio il Vecchio e Tacito che parlarono del popolo gallico dei Mediomatrici da cui il toponimo Mediomadrigo, a Mezzomerico. Nel Medioevo divenne feudo dei Biandrate e nel XII secolo entrò a far parte del Contado di Novara passando sotto diverse casate. L'economia del paese è prevalentemente agricola e importante è la coltivazione vite.

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